I fotogrammi al secondo (fps) sono un susseguirsi di immagini che, per un difetto della nostra retina, ci fa credere che i filmati siano delle immagini fluide. Lo standard televisivo italiano prevede che questi fotogrammi siano 25 al secondo, ma ci sono molte eccezioni.
I fotogrammi al secondo (fps): cosa sono
Se avete un Iphone, quando registrate un video lo fate usando lo standard televisivo americano, ovvero 29,97 fotogrammi al secondo. Se state guardando un blue ray in un televisore recente, lo state guardando a 24 fotogrammi al secondo, ovvero con lo stesso standard con cui vengono tutt’ora girati i film. Se state giocando ad una console per videogiochi e avete un televisore di ultima generazione è probabile che le immagine che vedete siano 50 al secondo.
Se invece trovate in soffitta dei vecchi film di famiglia, per capirci, questi:
e avete la possibilità di procurarvi un proiettore, per gustarveli alla velocità con cui sono stati girati dovreste impostare l’apparecchio a:
- 16 fotogrammi al secondo, nel caso di trattasse di film 8 mm;
- 18 fotogrammi al secondo, nel caso di trattasse di film super 8.
I proiettori, però, sono fuori produzione da più di 30 anni e, oltre a questo, sono anche esageratamente scomodi da usare per chi è abitato alla tecnologia moderna.
La cosa più facile da fare è quindi digitalizzare le pellicole, ma per farlo nel modo corretto bisogna trasformare i 16 o 18 fotogrammi al secondo in 25, e farlo bene. Tanti software ci riescono ma, secondo il mio modesto parere, il migliore programma che potete usare è di gran lunga Adobe After Effects che si può acquistare (o provare gratuitamente) in questa pagina.
Come convertire i fotogrammi al secondo con Adobe After Effects: il tutorial
Fare la conversione dei fotogrammi al secondo è estremamente semplice se si usa After Effects, a differenza di quanto succede con altre operazioni che con quello stesso software si possono fare e che permettono di ottenere livelli di qualità molto vicini ai film di Hollywood, ma non sono alla portata tecnica dei non professionisti o, quanto meno, di chi non è esageratamente appassionato della materia software/elaborazione video.
Il tutorial
Lanciate Adobe After Effects. Vi appare la schermata di avvio:
Per importare il vostro film super digitalizzato alla velocità con cui è stato girato, ovvero 18 fps, fate:
File/Import/File (scusatemi, ma io ho impostato il programma con i comandi in lingua Inglese).
Vi trovate il video importato in alto a sinistra nella finestra Project. Nella stessa sono riportate le caratteristiche tecniche del filmato:
ovvero:
- risoluzione 976×720
- durata 16:13
- 18,00 fps
Trascinate il video, sempre all’interno della finestra Project, sul simbolo del fotogramma che trovate in basso a sinistra, ovvero il terzo della riga:
e rilasciate il tasto sinistro del mouse.
In tal modo ottenete una sequenza con le stesse caratteristiche di
- risoluzione,
- durata,
- fps
del video che avete importato:
Non vi resta altro che modificare tali valori secondo quanto abbiamo detto. Per farlo, cliccate nella finestra Project con il tasto destro sopra la sequenza appena creata e selezionate:
- Composition Settings.
Vi si apre questa finestra:
all’interno della quale dovete modificare il Frame Rate, portandolo da 18 a 25.
Io ne approfitto anche per aggiungere, nella stessa finestra, le bande nere verticali al video, portando la risoluzione a 1280×720, perché la risoluzione di acquisizione è un fuori standard nel mondo del video, e mantenere il file così può causare dei problemi di compatibilità con i software.
Ne ottengo quindi questi valori:
Premo:
- OK
per confermare.
I metodi per convertire i fotogrammi al secondo
Ci sono sostanzialmente 3 metodi per cambiare il numero di fotogrammi al secondo.
Quello primordiale è velocizzare o rallentare il video. Mi spiego: se un film girato a 16 fotogrammi al secondo viene riprodotto a 25 senza conversioni, questo appare velocizzato, perché si comprime in un secondo quello che quando si è girato è successo in un secondo è mezzo. E’ un po’ l’effetto dei film muti all’alba del cinema: esteticamente non è accettabile se non volete far ridere.
Il secondo metodo è quello utilizzato di norma da tutti i programmi di montaggio e prevede la ripetizione di alcuni fotogrammi all’interno della sequenza. Sostanzialmente, se si volesse trasformare un film 8 mm in blue ray, convertendo quindi i 16 fotogrammi al secondo originari in 24, bisognerebbe ripetere un fotogramma dopo averne riprodotti 3. Il video sarebbe fatto così: fotogramma 1, fotogramma 2, fotogramma 3, fotogramma 3, fotogramma 4, fotogramma 5, fotogramma 6, fotogramma 6 e fotogramma 7 e via dicendo. La controindicazione è che si perde di fluidità e il video appare scattoso.
Il terzo metodo è quello a mio avviso migliore, ed appartiene all’epoca moderna, da quando si è iniziato a trattare i video con i computer. Nel caso si trasformino sempre i 16 fotogrammi al secondo in 24, gli 8 fotogrammi mancanti al secondo non sono delle ripetizioni dei fotogrammi esistenti, ma vengono creati da zero dal computer che, calcolando il movimento di tutti soggetti inquadrati, riesce a ricreare la scena. Questo metodo si chiama interpolazione o ricampionamento.
Non mi dilungo sulla questione, perché l’approfondisco con esempi concreti in quest’altra pagina.
Interpolare i fotogrammi con Adobe After Effects
In quest’ultima parte del tutorial vi farò vedere, a prosecuzione di quanto già spiegato, come interpolare i fotogrammi che mancano dal vostro video originario (in questo caso, trasformandoli da 18 a 25).
Nella finestra timeline c’è come unico elemento: il video che ho importato all’inizio.
Essendoci una differenza tra i fotogrammi originari (18) e quelli che ho impostato nella finestra precedente (25), devo dire al programma come calcolare i 7 mancanti.
Per dirgli con l’interpolazione devo cliccare il quadrattino che c’è a destra del nome del file e che vedete nell’immagine qui sotto, fino a far apparire la freccia:
Fatto questo, si può esportare il video con 25 fotogrammi al secondo tutti diversi tra di loro.
Daniele Carrer