• Skip to primary navigation
  • Skip to main content

Il telecinema

Fare telecinema di film 8 mm e super 8

  • Home
  • Chi sono
  • Qualità
  • Collezione
  • Blog
    • Come ho costruito il mio impero dei film famigliari
    • I film amatoriali della Barcellona che non esiste più
    • I miei film amatoriali come le fotografie di Vivian Maier
  • Podcast
    • La pellicola 8 mm
    • Dove trovare i film 8 mm da salvare
    • I film 8 mm nelle dittature
    • Come finanziare la propria collezione
    • Toilette per non bianchi
    • New York 1972
  • Contatti/Prezzi

tutorial

Come convertire il numero di fotogrammi al secondo con Adobe After Effects

I fotogrammi al secondo (fps) sono un susseguirsi di immagini che, per un difetto della nostra retina, ci fa credere che i filmati siano delle immagini fluide. Lo standard televisivo italiano prevede che questi fotogrammi siano 25 al secondo, ma ci sono molte eccezioni.

I fotogrammi al secondo (fps): cosa sono

Se avete un Iphone, quando registrate un video lo fate usando lo standard televisivo americano, ovvero 29,97 fotogrammi al secondo. Se state guardando un blue ray in un televisore recente, lo state guardando a 24 fotogrammi al secondo, ovvero con lo stesso standard con cui vengono tutt’ora girati i film. Se state giocando ad una console per videogiochi e avete un televisore di ultima generazione è probabile che le immagine che vedete siano 50 al secondo.

Se invece trovate in soffitta dei vecchi film di famiglia, per capirci, questi:

Gruppo di pellicole 8 mm

e avete la possibilità di procurarvi un proiettore, per gustarveli alla velocità con cui sono stati girati dovreste impostare l’apparecchio a:

  • 16 fotogrammi al secondo, nel caso di trattasse di film 8 mm;
  • 18 fotogrammi al secondo, nel caso di trattasse di film super 8.

I proiettori, però, sono fuori produzione da più di 30 anni e, oltre a questo, sono anche esageratamente scomodi da usare per chi è abitato alla tecnologia moderna.

La cosa più facile da fare è quindi digitalizzare le pellicole, ma per farlo nel modo corretto bisogna trasformare i 16 o 18 fotogrammi al secondo in 25, e farlo bene. Tanti software ci riescono ma, secondo il mio modesto parere, il migliore programma che potete usare è di gran lunga Adobe After Effects che si può acquistare (o provare gratuitamente) in questa pagina.

Come convertire i fotogrammi al secondo con Adobe After Effects: il tutorial

Fare la conversione dei fotogrammi al secondo è estremamente semplice se si usa After Effects, a differenza di quanto succede con altre operazioni che con quello stesso software si possono fare e che permettono di ottenere livelli di qualità molto vicini ai film di Hollywood, ma non sono alla portata tecnica dei non professionisti o, quanto meno, di chi non è esageratamente appassionato della materia software/elaborazione video.

Il tutorial

Lanciate Adobe After Effects. Vi appare la schermata di avvio:

Schermata di Adobe After Effects

Per importare il vostro film super digitalizzato alla velocità con cui è stato girato, ovvero 18 fps, fate:

Schermata di Adobe After Effects

File/Import/File (scusatemi, ma io ho impostato il programma con i comandi in lingua Inglese).

Vi trovate il video importato in alto a sinistra nella finestra Project. Nella stessa sono riportate le caratteristiche tecniche del filmato:

Schermata di Adobe After Effects

ovvero:

  1. risoluzione 976×720
  2. durata 16:13
  3. 18,00 fps

Trascinate il video, sempre all’interno della finestra Project, sul simbolo del fotogramma che trovate in basso a sinistra, ovvero il terzo della riga:

Schermata di Adobe After Effects

e rilasciate il tasto sinistro del mouse.

In tal modo ottenete una sequenza con le stesse caratteristiche di

  1. risoluzione,
  2. durata,
  3.  fps

del video che avete importato:

Schermata di Adobe After Effects

Non vi resta altro che modificare tali valori secondo quanto abbiamo detto. Per farlo, cliccate nella finestra Project con il tasto destro sopra la sequenza appena creata e selezionate:

Schermata di Adobe After Effects

  • Composition Settings.

Vi si apre questa finestra:

Schermata di Adobe After Effects

all’interno della quale dovete modificare il Frame Rate, portandolo da 18 a 25.

Io ne approfitto anche per aggiungere, nella stessa finestra, le bande nere verticali al video, portando la risoluzione a 1280×720, perché la risoluzione di acquisizione è un fuori standard nel mondo del video, e mantenere il file così può causare dei problemi di compatibilità con i software.

Ne ottengo quindi questi valori:

Schermata di Adobe After Effects

Premo:

  • OK

per confermare.

I metodi per convertire i fotogrammi al secondo

Ci sono sostanzialmente 3 metodi per cambiare il numero di fotogrammi al secondo.

Quello primordiale è velocizzare o rallentare il video. Mi spiego: se un film girato a 16 fotogrammi al secondo viene riprodotto a 25 senza conversioni, questo appare velocizzato, perché si comprime in un secondo quello che quando si è girato è successo in un secondo è mezzo. E’ un po’ l’effetto dei film muti all’alba del cinema: esteticamente non è accettabile se non volete far ridere.

Il secondo metodo è quello utilizzato di norma da tutti i programmi di montaggio e prevede la ripetizione di alcuni fotogrammi all’interno della sequenza. Sostanzialmente, se si volesse trasformare un film 8 mm in blue ray, convertendo quindi i 16 fotogrammi al secondo originari in 24, bisognerebbe ripetere un fotogramma dopo averne riprodotti 3. Il video sarebbe fatto così: fotogramma 1, fotogramma 2, fotogramma 3, fotogramma 3, fotogramma 4, fotogramma 5, fotogramma 6, fotogramma 6 e fotogramma 7 e via dicendo. La controindicazione è che si perde di fluidità e il video appare scattoso.

Il terzo metodo è quello a mio avviso migliore, ed appartiene all’epoca moderna, da quando si è iniziato a trattare i video con i computer. Nel caso si trasformino sempre i 16 fotogrammi al secondo in 24, gli 8 fotogrammi mancanti al secondo non sono delle ripetizioni dei fotogrammi esistenti, ma vengono creati da zero dal computer che, calcolando il movimento di tutti soggetti inquadrati, riesce a ricreare la scena. Questo metodo si chiama interpolazione o ricampionamento.

Non mi dilungo sulla questione, perché l’approfondisco con esempi concreti in quest’altra pagina.

Interpolare i fotogrammi con Adobe After Effects

In quest’ultima parte del tutorial vi farò vedere, a prosecuzione di quanto già spiegato, come interpolare i fotogrammi che mancano dal vostro video originario (in questo caso, trasformandoli da 18 a 25).

Nella finestra timeline c’è come unico elemento: il video che ho importato all’inizio.

Schermata di Adobe After Effects

Essendoci una differenza  tra i fotogrammi originari (18) e quelli che ho impostato nella finestra precedente (25), devo dire al programma come calcolare i 7 mancanti.

Per dirgli con l’interpolazione devo cliccare il quadrattino che c’è a destra del nome del file e che vedete nell’immagine qui sotto, fino a far apparire la freccia:

Schermata di Adobe After Effects

Fatto questo, si può esportare il video con 25 fotogrammi al secondo tutti diversi tra di loro.

Daniele Carrer

Film super 8 e film 8 mm: come fare a capire la durata

Ci sono diverse variabili che influiscono sulla durata in minuti dei film super 8 e dei film 8 mm. Questa dipende da:

  • formato (film super o film 8 mm appunto);
  • lunghezza della pellicola;
  • numero dei fotogrammi al secondo con i quali si è girato.

Ho maneggiato migliaia di pellicole amatoriali in vita mia. Ne ho acquistate più di 1.000 in giro per il mondo per salvare la storia che queste avevano immortalato e renderla disponibile alla collettività attraverso il mio canale Youtube che oramai ha più di 5 milioni di visualizzazioni.

Come spiego in questo video:

Per quanto riguarda il formato, vi rimando a questa pagina del mio sito per scoprire se quello che avete tra le mani è un film 8 mm, che si è usato dagli anni 30 fino alla fine degli anni 60 o un film super, che si è usato dal 1965 in poi. Per capire quanto il film è lungo basta misurare il diametro del supporto nel quale è avvolto, facendo attenzione a verificare se la pellicola riempie tutta la bobina.

I fotogrammi al secondo

I video, in realtà, non sono immagini fluide (come quelle che vediamo ad occhio nudo), ma sono un susseguirsi di immagini statiche. Tali immagini nei filmati prendono il nome di fotogrammi e, oggi, sono 25 al secondo nei televisori (e nelle trasmissioni televisive) che ci sono in Europa e 29,97 al secondo negli Stati Uniti e in altri Paesi. Una volta non era così e questo è un piccolo problema che chi digitalizza e restaura film storici deve sapere gestire, come spiego in questa pagina.

Purtroppo conoscere a quanti fotogrammi al secondo l’autore ha girato è complicato, comunque nel 99% dei casi:

  • i film 8 mm sono registrati a 16 fotogrammi al secondo
  • i film super 8 a 18 fotogrammi al secondo.

Per entrambi c’è una rara casistica in cui si usavano i 24 fotogrammi al secondo, ma è compito di chi effettua la digitalizzazione capirlo.

LUNGHEZZA DEL FILM

Durata dei film 8 mm

Durata dei film super 8

50 piedi (15 m) – diametro bobina 7,5 cm

4′

3'20"

200 piedi (60 m) – diametro bobina 13 cm

15'

13'

400 piedi (120 m) – diametro bobina 18 cm

30'

26'

600 piedi (180 m) – diametro bobina 20 cm

45'

39'

*nel caso di film sonori, la durata in minuti cala approssimativamente del 20%. (In questa pagina approfondisco il discorso legato al sonoro nei film 8mm e super 8).

Film non sviluppati

Attenzione che spesso capita anche di trovare nelle soffitte delle cartucce come questa, o quanto meno simili ma prodotte da altre Aziende, come Kodak o Fuji:

Cartuccia super 8 non sviluppata

Prima di spiegare di cosa si tratta, do una spiegazione tecnica.

I film:

  • super 8
  • 8mm
  • 16mm

venivano inseriti nelle cineprese e, una volta girati, venivano mandati in laboratorio per essere sviluppati, con una procedura del tutto simile a quella che comunemente si usava fino ai primi anni 2000 con i rullini fotografici.

Solo dopo averlo fatto, le pellicole venivano immagazzinate nelle classiche bobine rotonde e si potevano guardare con il proiettore. I film così trattati, ovvero compatibili con la visione nel proiettore grazie allo sviluppo, oggi sono digitalizzabili e restaurabili elettronicamente da laboratori come il mio.

Nel caso del film visibile nella fotografia qui sopra questo è ancora inserito nella cartuccia dentro cui veniva venduto, perché non è stato fatto sviluppare. Nessuno guardandolo così com’è è in grado di dire se lo sviluppo non è stato effettuato perché la pellicola non è mai stata girata dalla cinepresa o perché, dopo essere stata girata, per un qualsivoglia motivo si è dimenticato di farlo.

L’unico modo per saperlo è mandare la cartuccia a uno dei pochissimi laboratori che ancora oggi la sviluppa. Purtroppo il mio studio non è tra questi.

Le cassette video8, Hi8 e VHS-c

I sostituti tecnologici di film:

  • 8mm
  • super 8

sono (sciaguratamente) stati, a partire dagli anni ’80 e fino alla fine degli anni ’90, i nastri:

  • VHS-c (con la variante super VHS)
  • Video8 (con la variante Hi8)

Entrambi non hanno nulla a che vedere dal punto di vista tecnico con i film 8mm e super 8, perché sono nastri magnetici leggibili da una testina che interpreta il segnale elettronico in essi registrato, ovvero un meccanismo di lettura e di registrazione completamente diverso da quello delle pellicole.

Qui sotto ci sono degli esempi di nastri VHS-c e Video8:

Cassette VHS-c

Cassetta Sony Hi8 da 90 minuti

Ho detto “sciaguratamente” perché la qualità e la capacità di conservarsi nel tempo dei nastri è infinitamente più scarsa di quella delle pellicole.

Il mercato ha scelto il supporto di registrazione peggiore

Il motivo per cui la gente li ha preferiti è legato al fatto che erano:

  • più comodi da guardare
  • più economici.

Non servivano proiettori rumorosi, difficili da montare e fortemente soggetti a manutenzione, ma, nel caso del VHS-c, bastava un adattatore dentro cui inserire la cassetta per poi inserirla a sua volta nel videoregistratore di casa. Mentre per guardare i nastri Video8 e Hi8 si poteva collegare la telecamera al televisore con un cavo.

Un ulteriore elemento di praticità è che non serviva nemmeno lo sviluppo, a differenza di quanto accadeva con le pellicole, che andavano spedite a un laboratorio e potevano di conseguenza essere guardate alla meglio dopo una settimana dall’essere state girate.

Proprio per l’incompatibilità totale tra le due tipologie di supporto il mio laboratorio non effettua digitalizzazioni di nastri:

  • video8
  • Hi8
  • VHS
  • super VHS

Nel tempo mi sono specializzato sul trattamento delle pellicole che, per essere digitalizzate e restaurate seriamente, richiedono esperienza e continui aggiornamenti tecnici con i software, nonché notevoli investimenti in termini di attrezzature.

Daniele Carrer

Daniele Carrer di fronte al suo scanner per il telecinema e al computer durante la fase di restauro dei film

Chiunque sia interessato a digitalizzare i suoi film 8 mm, super 8 e 16 mm, muti o sonori, con il mio telecinema può contattarmi usando il modulo qui sotto:

    Nome (obbligatorio)

    Indirizzo email (obbligatorio)

    Messaggio (obbligatorio)

     

    © 2023 - Dafactory di Daniele Carrer - Partita IVA IT04666280260