I film 8mm e super 8 sonori sono meno del 10% del totale di quelli girati. Ci sono delle motivazioni strettamente tecniche per cui questo succede.
In un primo momento (i film 8 mm sono stati inventati nel 1932) la tecnologia permetteva di registrare il sonoro unicamente mediante apparecchi esterni alle cineprese. Di conseguenza, la gestione delle riprese e la post produzione per sincronizzare audio e video diventavano complicate, anche considerato che i film 8mm prima e i film super 8 a partire dagli anni ’60 sono formati utilizzati quasi esclusivamente da amatori.
Negli anni ’70 sono arrivate le prime cineprese in grado di registrare il sonoro. Lo facevano su una traccia magnetica. Esistono anche film super 8 con la traccia sonora ottica, ma questa, tecnicamente, non era registrabile dalle cineprese ed era destinata esclusivamente al mercato home video, ovvero i film professionali che dopo essere usciti al cinema, anni prima dei VHS e dei DVD, venivano distribuiti su pellicola. Ma andiamo per gradi.
Come riconoscere la traccia sonora dei film 8 mm e super 8
I film super 8 sonori li si riconosce facilmente perché sui bordi hanno due filetti color oro, come è facile vedere nell’immagine qui sotto che ritrae una delle pellicole che sono passate per lo scanner Filmfabriek (scopri di più su questo apparecchio) del mio laboratorio:
I film 8mm dotati di audio sono ancor più rari da trovare. In questi la traccia audio magnetica non è sul bordo come nella foto sopra, ma nel piccolissimo spazio che c’è tra la foratura e il fotogramma.
Quelle poche pellicole che hanno (parlo al presente, perché tutt’oggi qualche appassionato registra su celluloide) la traccia audio, il più delle volte, purtroppo, non hanno incisi i rumori ambientali dele riprese, ma delle canzoni che venivano inserite in fase di montaggio per rendere più gradevole la riproduzione, anche considerato che i proiettori erano rumorosissimi e alleviare il frastuono degli ingranaggi coprendolo parzialmente con della musica aveva un senso.
I numeri citati, lo dico per correttezza, non sono una statistica scientifica. Sono semplicemente una constatazione basata sulle migliaia di digitalizzazioni e restauri che ho effettuato. La conclusione non è piacevole ma, anche leggendo le opinioni di altri appassionati, è del tutto verosimile:
meno dell’1% del totale dei film amatoriali registrati su pellicola ha il sonoro registrato in presa diretta
Vale a dire che, se avete un film 8mm o super 8, dovete rassegnarvi: in questi rivedrete tante persone che vi riempiranno di emozioni, ma non sentirete le loro voci.
La buona notizia è che la qualità dell’immagine, qualora vi affidiate a un laboratorio professionale e serio per digitalizzarli, vi potrebbe stupire da quanto alta è, come mostro in questo video qui sotto:
L’audio nei film 8 mm e super 8: come funziona
Film 8 mm e super 8 si sono usati a partire dagli anni ’30 del ‘900 fino ai primi anni ’80, per quanto, come dicevo, ci sia tutt’oggi qualche raro regista che li usa, più per esercizio di stile che per motivazioni tecniche.
Come abbiamo capito, nella stragrande maggioranza dei casi le pellicole sono mute, quindi fisicamente non hanno il bordino color oro che denota la presenza della traccia magnetica per registrare i suoni, anche perché le cineprese, ovvero gli apparecchi che registravano (le antenate delle telecamere) quasi mai avevano il microfono e tutto l’occorrente per registrare i suoi ambientali.
C’erano infatti dei grossi limiti tecnologici a impedirlo. Non ultimo il fatto che la testina sonora era posizionata in un punto fisicamente diverso dall’otturatore che impressionava i fotogrammi, quindi l’audio e le immagini sono fisicamente sfasati nelle pellicole, per l’esattezza:
- di 56 fotogrammi nei film 8mm
- di 18 fotogrammi (circa 10 cm) nei film super 8
Questo obbligava a costruire cineprese di dimensioni non indifferenti se le si voleva predisporre alla registrazione audio.
In poche parole: una volta era molto difficile, oltre che costoso, effettuare riprese sonore.
Cosa è successo dopo il super 8: l’audio nei nastri VHS e video8
Negli anni ’80, per quanto riguarda quelli che in inglese si chiamano home movies, vale a dire i filmati di famiglia, sono arrivati i nastri: VHS e video8. Questi erano molto più comodi da riprodurre e avevano sempre l’audio. La controindicazione, lo sospettavamo all’epoca e ne siamo sicuri oggi, è col tempo si rovinavano molto di più, oltre che essere in partenza ben più scarsi delle pellicole dal punto di vista della qualità dell’immagine:
pro e contro delle tecnologie del ‘900.
Forse una di quelle rare cose di quel periodo di cui non sentiamo la mancanza.
Perché non è possibile avere un buon audio nelle pellicole amatoriali
Le riprese amatoriali in pellicola con l’audio in presa diretta sono poche sia perché sono rare le cineprese con il microfono incorporato o con l’ingresso per un microfono esterno, sia perché i supporti di registrazione, le pellicole, il più delle volte non erano predisposti alla registrazione del suono. Se avete un po’ di pazienza e sapete l’inglese, in questo forum degli appassionati spiegano tutti i limiti della registrazione audio su film.
Per motivi tecnici dovuti alla sottile dimensione fisica della traccia audio magnetica nella striscia posizionata dalla parte della foratura, l’audio in presa diretta è sbilanciato, con il canale destro debole. Volendo, quanto meno in presenza di una buona digitalizzazione, non è difficile con software come Audacity correggere quell problema.
L’effetto musicassetta
Altre cose però la tecnologia attuale non riesce a correggerle. A livello di qualità, essendo la striscia di audio nei film super 8 molto sottile, il suono ne risente, anche perché il supporto usato per registrarla non è particolarmente eccelso. L’effetto che si ascolta è quello di un disco fuori giri, ed è del tutto simile a quello che si sentirebbe oggi riproducendo una musicassetta (chi c’era negli anni ’80 se le ricorda). La sfortuna è che non ci sono filtri digitali in grado di migliorare sensibilmente quel problema.
Mi spiace di non avere esempi concreti da farvi ascoltare. Purtroppo oltre alla bassa casistica dei film sonori sul totale dei film prodotti, cosa che mi rende difficile in partenza trovarne e acquisire i diritti di pubblicazione o quanto meno chiedere un’autorizzazione scritta ai rari clienti del mio laboratorio che ne hanno, ci si mette anche il fattore privacy.
Per esperienza posso dire che il sonoro in presa diretta è relativo sempre a momenti molto privati, quali riunioni di famiglia o cerimonie e quindi, da parte mia, per diffonderli avrei bisogno non solo dell’autorizzazione di chi ha girato, ma anche di chi è presente in video e con la propria voce. Cosa purtroppo quasi impossibile a 50 e più anni di distanza.
Daniele Carrer