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Il telecinema

Fare telecinema di film 8 mm e super 8

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pellicole

Telecinema: vi spiego perché sono quasi tutte fregature

Quando si parla di telecinema, bisogna partire da un presupposto: i proiettori per film

  • 8 mm,
  • super 8

sono fuori produzione da almeno 30 anni. Quindi, la maggior parte delle persone che oggi vogliono digitalizzare pellicole, non conosce lo stato di conservazione di quest’ultime, e tanti di coloro che svolgono questo servizio se ne approfittano.

Se non si è esperti, verrebbe spontaneo pensare che, a distanza di decenni, i propri filmati siano:

  • sbiaditi,
  • sfuocati
  • con pessimi colori.

In altre parole come il quadro a sinistra del video qui sotto che vi invito caldamente a guardare e confrontare con quanto esce dal mio laboratorio:

I film 8 mm e super 8 resistono al tempo (molto più dei VHS)

Il punto è che, a differenza della tecnologia che li ha sostituiti (il VHS e il video 8) i film 8 mm deperiscono poco nel tempo. Dall’alto del fatto che di quest’ultimi ne ho:

  • acquisiti
  • restaurati

migliaia, molti dei quali appartengono alla mia collezione personale che vendo a produzioni documentaristiche internazionali tramite questo mio sito in inglese, vi certifico che anche con pellicole degli anni ’30 del ‘900 si possono invece ottenere ottimi risultati.

I difetti della maggior parte dei lavori di telecinema

Tornando invece al filmato qui sopra, vi spiego in poche parole l’elenco dei principali difetti che ha il telecinema che è stato effettuato sulla destra e che rappresenta la media di quello che si trova sul mercato, ahimè anche se l’importo che vi chiedono è elevato (spiego sotto perché succede):

  • il quadro è stato ingrandito, quindi il 30% dell’immagine originale è stata tagliata,
  • i colori sono completamente sfasati,
  • non è stata effettuata nessuna pulizia digitale della pellicola (è pieno di puntini, pelucchi, ecc.),
  • l’immagine è visibilmente sfuocata,
  • la riproduzione non è fluida
  • il video è traballante (non è stato utilizzato uno stabilizzatore software).

Credetemi:

la maggior parte delle digitalizzazioni offerte sul mercato presentano tutti questi problemi.

Fin qui tutto normale, perché qualsiasi servizio può essere svolto da:

  • professionisti seri,
  • o da truffatori.

Se però chiamate un imbianchino a pitturarvi la casa e questo lascia sporco per terra e macchie sui muri, voi ve ne accorgete, e potete contestargli il lavoro. Se chiamate un tecnico ad aggiustarvi la lavatrice e questa si rompe di nuovo dopo tre giorni, voi lo richiamate e, quanto meno, vi fate rifare gratis la riparazione.

In virtù di questo, sul mercato, di truffatori tra gli imbianchini e i tecnici che riparano elettrodomestici di sicuro ce ne sono, ma sono una minoranza, proprio perché i clienti si accorgono di chi lavora male.

Con il telecinema purtroppo non è così, per un semplice motivo.

Le fregature si fanno fatica a riconoscere

Il problema di chi porta i suoi film in un laboratorio per digitalizzarli è che se si incontrano delle persone poco serie, non c’è modo di contestare il lavoro, perché dall’altra parte ci sarà sempre qualcuno che ribatterà:

Se si vede male è normale, perché il film è vecchio.

Frasi del genere a volte sono figlie della scarsa onestà, altre volte dell’ignoranza, perché la tecnologia disponibile fino a 10 anni fa consentiva solo di acquisire:

  • film 8 mm
  • film super 8

con la qualità visibile nel video di sinistra del filmato pubblicato sopra.

Oggi, per fortuna, la tecnologia è migliorata dal giorno alla notte, sempre che chi effettua il telecinema si sia aggiornato.

Chi sono quelli che fanno il telecinema?

Su internet ci sono decine di persone che si offrono per fare il telecinema. Più o meno ogni negozio di fotografia ha il suo “tecnico” di fiducia che chiama quando entra un cliente che vuole digitalizzare le proprie pellicole.

Il problema è che il 99% di questi, per svolgere il lavoro, usa il metodo della telecamera che riprende l’immagine del proiettore sul muro o su uno schermo bianco. In quel caso, non c’è nessuna possibilità che il risultato finale sia migliore di quello del video sulla destra del filmato pubblicato sopra.

Mi duole dirlo, ma situazioni del genere succedono anche se ci si affida a negozi di fotografia storici e serissimi nel loro lavoro. Accade, perché non essendo materia di cui sono direttamente competenti (fotografia e ripresa video, specie tanti anni fa, erano due cose molto distinte) non si sono aggiornati sulle nuove tecnologie.

Ma più che credere alle mie parole, che effettivamente sono parole interessate di una persona che svolge lavorazioni di telecinema, per capire con chi avete a che fare, prima di affidare i vostri ricordi a queste persone, dovreste semplicemente chiedere di farvi vedere il livello di qualità delle loro digitalizzazioni.

Anche se non ve ne intendete, basta riprodurre il filmato per capire se la qualità è quella del quadro sulla destra o del quadro sulla sinistra. Sarò pessimista, ma penso che a quel punto inventino una scusa. A proposito: questo è il mio canale YouTube con i film storici della mia collezione personale che ho acquistato negli anni. Ci sono più di 1000 video, perché la loro visione è un motivo di orgoglio, non di paura per la perdita di eventuali clienti.

State attenti ai possibili danni alle vostre pellicole

Inserire una pellicola in un proiettore fuori produzione da almeno 30 anni, significa metterne a serio rischio l’integrità. Una volta che la pellicola si rompe, i ricordi che ci sono immortalati sono persi per sempre.

I film 8 mm e super 8 si possono infatti rovinare irrimediabilmente se si ha la sciagurata idea di digitalizzati usando un proiettore. Per due motivi:

  1. la pellicola viene fatta scorrere in degli ingranaggi e in una canalina strettissima che spesso si inceppa, senza che ci sia un meccanismo di interruzione automatica del trascinamento, causando dei disastri.
  2. la luce con cui i proiettori illuminano le pellicole è di tipo tradizionale, quindi calda. Se la pellicola si blocca, come accade spessissimo, la lampada la brucia, rovinandola per sempre.

Visto che nessun cliente poi va a riprodurre il film una volta digitalizzato, attenzione che la stragrande maggioranza dei laboratori non dichiara se durante la lavorazione qualcosa è andato storto.

Perché il mio telecinema concilia qualità e sicurezza

Per quanto mi riguarda il mio telecinema, ovviamente non uso un vecchio proiettore, ma uno scanner di recente fabbricazione, più nello specifico il FilmaFabriek HDS+ che potete vedere illustrato in questa pagina direttamente dal produttore. Nel mio apparecchio, lo scorrimento avviene esternamente e su dei rulli (non su degli ingranaggi). La lampada che utilizza è a LED, quindi a luce fredda e, in quanto tale, non può bruciare la pellicola.

Se volete approfondire in cosa consiste nel dettaglio questo sistema lo spiego in questa pagina.

Tale scanner costa migliaia di euro ed è stato utilizzato da degli archivi professionali per digitalizzare la loro collezione.

Ma oltre all’apparecchio per la digitalizzazione, il punto di forza del mio sistema è il software di restauro, che è in grado di correggere la gran parte dei segni (graffi, pelucchi, puntini vari) che caratterizzano i film di qualche tempo fa.

La combinazione di scanner e software

Quasi tutti i laboratori più professionali, anche quelli che utilizzano uno scanner anziché il proiettore, non usano il software di restauro, e questo si ripercuote sulla qualità finale.

Come potete notare nel filmato in cima alla pagina (questa volta concentrandovi sul riquadro di destra) le immagini sono anche particolarmente stabili, nonostante le cineprese dell’epoca fossero molto più difficili da tenere ferme, perché lo scorrimento della pellicola all’interno generava delle vibrazioni e, tanto più, non c’erano gli stabilizzatori ottici ed elettronici che ci sono invece oggi.

Il software che uso, inoltre, corregge tutti i valori dell’immagine:

  • livelli,
  • contrasto,
  • luminosità,
  • saturazione

Se non si passa per un programma, è impossibile che lo scanner, e tanto più il proiettore e la telecamera, riescano ad acquisire con quelle impostazioni regolate alla perfezione.

Ma pochi hanno l’accortezza di effettuare tale ulteriore passaggio, perché rappresenta una notevole perdita di tempo, e se i clienti comprano a scatola chiusa, purtroppo, è molto più importante essere veloci che offrire un prodotto all’altezza dei ricordi che ci sono al suo interno.

Fate molta attenzione. La tecnologia di acquisizione odierna è arrivata al massimo della qualità a cui possono essere scannerizzati i film 8 mm e super 8. Quindi, quello che si effettua oggi è il lavoro definitivo di digitalizzazione delle pellicole perché, a differenza di quello che accadeva fino poco tempo fa quando il telecinema consisteva nel trasferire i film su nastri VHS, visto che le cassette erano più comode da vedere (ma scarse di qualità), nessuno, fra 10 anni ridigitalizzerà le pellicole che affidate ai vari telecinema. Quindi, attenti alle fregature.

Il risultato è ulteriormente migliorabile? Forse, ma già ci si può “accontentare”

Mi rivolgo ai veri appassionati di film 8mm e super 8. Se si ricordano dei loro film riprodotti dai proiettori, è un dato di fatto che gli attuali software consentono di creare video:

  • con meno grana
  • più luminosi
  • con i colori bilanciati
  • più stabili (le riprese originariamente erano quasi sempre mosse per l’assenza di stabilizzatori ottici nelle vecchie cineprese e per lo scorrimento delle pellicole che causava delle vibrazioni fastidiose).

Oggi c’è un ulteriore passo in avanti che si potrebbe fare per raggiungere una qualità ancora più professionale, ma questo, anche solo per un film di pochi minuti. richiede giorni se non settimane di lavoro da parte di un tecnico altamente specializzato, perché si tratta di una procedura che riguarda ogni fotogramma registrato.

I film 8mm, infatti, venivano girati a 16 fotogrammi al secondo, mentre i super 8 e i 16 mm a 18. Il sistema di riproduzione odierno lavora invece a 25 fotogrammi al secondo. Nell’adattare questa differenza, quando il movimento dei soggetti è evidente, come nelle panoramiche, c’è una perdita di fluidità perché 9 fotogrammi ogni secondo (o 7) vengono ripetuti, quindi l’immagine risulta un po’ scattosa.

E’ sempre stato così fin da quando cinema e televisione hanno iniziato ad usare pellicole 8 mm e super 8. Qualche anno fa Martin Scorsese fece un magnifico documentario su George Harrison in cui usò anche dei film amatoriali. Per adattarli usò la tecnica della ripetizione dei fotogrammi.

Da un paio d’anni a questa parte sono usciti dei software, in particolar modo:

  • Adobe After Effects
  • Davinci Studio

che per adattare questa differenza usano l’intelligenza artificiale, ovvero interpretano la scena e creano i 9 (o 7) fotogrammi mancanti senza ripetere quelli effettivamente girati, ma “immaginandoli” da zero.

Di conseguenza il video è fluido, con la controindicazione che in alcune scene il computer non riesce a calcolare correttamente il nuovo fotogramma e quindi l’immagine risulta distorta. Succede perché siamo appena all’inizio dell’era dell’intelligenza artificiale e quest’ultima deve ancora perfezionarsi.

Approfondisco questo discorso in questa pagina, dove trovate anche il video che segue:

che spiega le due tecniche di restauro che gli studi professionali usano, con i relativi pregi e difetti:

  • interpolazione
  • blending

La parte più interessante del filmato è quella da 5:20 in poi, perché si vede concretamente cosa comportano entrambi i sistemi di adattamento del numero dei fotogrammi al secondo.

Riassumendo la questione:

per una serie di motivi si preferisce utilizzare quasi sempre il blending per adattare il diverso numero di fotogrammi al secondo, anche se l’interpolazione permette di ottenere risultati migliori nella maggior parte di casi.

Per quanto riguarda il futuro: fra 10 anni nessuno può dire la tecnologia dove potrà arrivare, ma non bisogna aspettare troppo perché è anche possibile che il deterioramento delle pellicole dovuto al tempo che passa causi nel frattempo danni irreparabili.

Daniele Carrer

Daniele Carrer di fronte al suo scanner per il telecinema e al computer durante la fase di restauro dei film

Chiunque sia interessato a digitalizzare i suoi film 8 mm e super 8 con il mio telecinema può contattarmi usando il modulo qui sotto:

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    Digitalizzazione film 8 mm: perché conviene farlo proprio oggi

    La digitalizzazione dei film è una tecnica che consente di trasformare la pellicola, ovvero un supporto analogico, in formato digitale. Questo, dai laboratori seri, viene fatto con degli scanner che acquisiscono i fotogrammi e li trasformano in file:

    1. jpg, tiff, png, …, nel caso si tratti di fotografie;
    2. video .mov, nel caso si tratti di immagini in movimento.

    Tale procedimento, oltre a consentire una fruizione più facile del contenuto originario, fissa per sempre la qualità della foto o del filmato che, nei supporti analogici, è soggetta invece a deterioramento.

    Digitalizzare filmati

    Per quanto riguarda i video, chi ha dei VHS registrati negli anni 80 e 90, se riesce ancora a vederli, noterà che sia l’audio che le immagini si sono fortemente rovinati. Se poi si considera che i supporti amatoriali su nastro:

    • VHS;
    • video 8;
    • Betamax;
    • Video 2000

    erano già in partenza scarsi dal punto di vista qualitativo, per evitare il disastro di perderli per sempre conviene sbrigarsi a trasferirli in digitale prima possibile.

    Proiettore 8 mm Vs videoregistratore

    Ho passato una parte degli anni ’90 a trasferire pellicole su nastro, ovvero passando un supporto di buona qualità (il film 8 mm e super 8) in un supporto scarso (il VHS).

    Daniele Carrer nel 1998 mentre lavora con una moviola

    Questo avveniva, e temo in alcuni laboratori poco professionali avvenga tutt’ora, con una procedura artigianale che prevedeva il riprendere con una telecamera il quadro illuminato dal proiettore 8 mm, con delle perdite enormi di qualità:

    • deformazione del quadro;
    • perdita di risoluzione;
    • sfasamento dei colori…

    Il motivo per cui la gente trasformava in VHS le pellicole era solo la comodità. Chi non ha mai usato i videoregistratori, e tanto meno i proiettori super 8, fatica a rendersene conto, ma riprodurre una videocassetta era infatti molto più facile di:

    • tirare fuori dall’armadio il proiettore;
    • stendere uno schermo bianco;
    • inserire il film nell’apparecchio;
    • sopportare il forte rumore della riproduzione;
    • dover cambiare la lampada ogni 10 ore.

    Quindi, sapendo ciò, la gente accettava di degradare la qualità dei propri film in cambio della comodità con cui i videoregistratori permettevano la riproduzione. Il problema di quel genere di trasferimento, da un supporto analogico all’altro, era che i nastri deperiscono molto più velocemente delle pellicole, quindi chi negli anni 90 ha optato per quella soluzione oggi si ritrova con in mano delle videocassette VHS che a malapena riesce a vedere.

    Ma niente è perso, se si ha avuto la lungimiranza di conservare le originali bobine 8 mm e super 8.

    Digitalizzare: perché conviene farlo oggi

    Per fortuna le pellicole deperiscono molto meno dei nastri. Ne è un esempio il filmato qui sotto che ho restaurato dopo aver acquisito con il mio scanner professionale (leggi come funziona). E’ stato girato nel 1970 a Cattolica e ritrae la tipica vacanza estiva al mare di quegli anni.

    La qualità ottica degli odierni apparecchi professionali per la digitalizzazione dei film non è superabile dalla prossima tecnologia che verrà inventata, perché la loro risoluzione è superiore rispetto a quella del supporto originario. Quindi, digitalizzare oggi, a differenza di quanto accadeva negli anni ’90, non dà nessuno svantaggio rispetto a farlo in futuro.

    Certamente la qualità dei programmi di restauro aumenterà ancora, permettendo un domani di migliorare anche i filmati che i laboratori seri oggi forniscono ai loro clienti, ma l’acquisizione, ovvero quel procedimento che fotografa tutti i fotogrammi che compongono la pellicola, è già giunta ad un livello di qualità non superabile.

    Ecco perché conviene tirare fuori dalle cantine i propri ricordi di famiglia, digitalizzarli e magari condividerli con un clic con chi li apprezza.

    Daniele Carrer

    Daniele Carrer di fronte al suo scanner per il telecinema e al computer durante la fase di restauro dei film

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      Riversamento super 8 e 8 mm: è giunta l’ora di digitalizzare

      Oggi, per quanto riguarda il riversamento super 8 e 8 mm, si è arrivati ad una qualità che non è più superabile dal punto di vista tecnologico. Se 20 anni fa si faceva la stessa operazione, il supporto su cui si registravano i filmati acquisiti era il nastro, che era infinitamente più scarso della pellicola. Quindi:

      1. definizione
      2. qualità dei colori
      3. nitidezza

      nel trasferimento decadevano visibilmente.

      La qualità del riversamento super 8 oggi

      Grazie all’avvento del digitale è tutto cambiato. In fase di acquisizione, se si utilizza un sistema professionale come quello che uso io (il FilmFabriek HDS+) e si impostano le regolazioni in maniera professionale (come spiego approfonditamente in questa pagina) non si pende una sola informazione di quelle presenti nel film.

      In più, nella seconda fase della lavorazione, se si interviene con un software di restauro, la qualità del filmato aumenta:

      • togliendo le imperfezioni;
      • bilanciando i colori;
      • aumentando la nitidezza.

      La mia storia

      Ho iniziato poco dopo gli esami di maturità ad effettuare riversamenti super 8 in uno studio nel quale avevo trovato lavoro. Era il 1997. Al tempo la professionalità lasciava molto a desiderare. Il telecinema veniva effettuato:

      • proiettando le pellicole sul muro;
      • riprendendole con una videocamera (come purtroppo tanti oggi fanno ancora);
      • registrandole in VHS.

      Le lavorazioni effettuate in quel modo, sia per i limiti del sistema di acquisizione, sia per la scarsa qualità dei nastri, dava il vantaggio di poter consultare i propri film di famiglia in un modo molto più comodo, ma il risultato qualitativo finale era scarso (oltre che deperibile nel tempo).

      L’avvento degli scanner

      Da qualche anno a questa parte sono nati degli scanner professionali che, nelle Aziende serie, fanno le veci di proiettori e telecamere. I primi apparecchi usciti però, anche se costavano decine di migliaia di euro, supportavano solo la definizione standard, che è meno di quanto potenzialmente:

      • i film 8 mm
      • i film super 8

      possono rendere.

      Per quanto mi riguarda invece, ho optato per il FilmFabriek HDS+ (trovate i dettagli spiegati direttamente dal produttore in questa pagina), che acquisisce alla risoluzione di 1920×1080. Si tratta di un apparecchio che illumina le pellicole con una luce fredda, che evita quindi le bruciature, e senza meccanismi interni di scorrimento del film. Quindi è impossibile che possa causare danni in fase di acquisizione, come accade invece ai telecinema economici basati sui vecchi proiettori che, purtroppo, sono la maggioranza di quelli utilizzati dai servizi di riversamento super 8 che si trovano su internet.

      Il restauro

      La vera differenza qualitativa tra il mio telecinema per il riversamento di film super 8 e 8 mm e altri sistemi professionali usati dai miei concorrenti è però il sistema di restauro che ho perfezionato. Questo è basato sul software DaVinci Studio che, se utilizzato nel modo corretto, consente di recuperare la qualità dei colori e di eliminare una buona parte dei graffi e delle imperfezione della pellicola.

      DaVinci Studio per essere utilizzato seriamente richiede anni di esperienza nel montaggio video e nella color correction, quindi non è alla portata di tutti.

      Lo testimonia questo filmato qui sotto che è stato girato nel 1958 e che pubblico con l’autorizzazione del legittimo proprietaro.

      A riprova del livello di qualità che sono riuscito a raggiungere, consiglio a tutti di guardare i filmati che si trovano mio canale Youtube e che sono stati visti da più di 10 milioni di persone.

      Daniele Carrer

      Daniele Carrer di fronte al suo scanner per il telecinema e al computer durante la fase di restauro dei film

      Chiunque sia interessato ad effettuare il riversamento de i suoi film 8 mm, super 8 e 16 mm, muti o sonori, con il mio telecinema può contattarmi usando il modulo qui sotto:

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