La digitalizzazione dei film è una tecnica che consente di trasformare la pellicola, ovvero un supporto analogico, in formato digitale. Questo, dai laboratori seri, viene fatto con degli scanner che acquisiscono i fotogrammi e li trasformano in file:
- jpg, tiff, png, …, nel caso si tratti di fotografie;
- video .mov, nel caso si tratti di immagini in movimento.
Tale procedimento, oltre a consentire una fruizione più facile del contenuto originario, fissa per sempre la qualità della foto o del filmato che, nei supporti analogici, è soggetta invece a deterioramento.
Digitalizzare filmati
Per quanto riguarda i video, chi ha dei VHS registrati negli anni 80 e 90, se riesce ancora a vederli, noterà che sia l’audio che le immagini si sono fortemente rovinati. Se poi si considera che i supporti amatoriali su nastro:
- VHS;
- video 8;
- Betamax;
- Video 2000
erano già in partenza scarsi dal punto di vista qualitativo, per evitare il disastro di perderli per sempre conviene sbrigarsi a trasferirli in digitale prima possibile.
Proiettore 8 mm Vs videoregistratore
Ho passato una parte degli anni ’90 a trasferire pellicole su nastro, ovvero passando un supporto di buona qualità (il film 8 mm e super 8) in un supporto scarso (il VHS).
Questo avveniva, e temo in alcuni laboratori poco professionali avvenga tutt’ora, con una procedura artigianale che prevedeva il riprendere con una telecamera il quadro illuminato dal proiettore 8 mm, con delle perdite enormi di qualità:
- deformazione del quadro;
- perdita di risoluzione;
- sfasamento dei colori…
Il motivo per cui la gente trasformava in VHS le pellicole era solo la comodità. Chi non ha mai usato i videoregistratori, e tanto meno i proiettori super 8, fatica a rendersene conto, ma riprodurre una videocassetta era infatti molto più facile di:
- tirare fuori dall’armadio il proiettore;
- stendere uno schermo bianco;
- inserire il film nell’apparecchio;
- sopportare il forte rumore della riproduzione;
- dover cambiare la lampada ogni 10 ore.
Quindi, sapendo ciò, la gente accettava di degradare la qualità dei propri film in cambio della comodità con cui i videoregistratori permettevano la riproduzione. Il problema di quel genere di trasferimento, da un supporto analogico all’altro, era che i nastri deperiscono molto più velocemente delle pellicole, quindi chi negli anni 90 ha optato per quella soluzione oggi si ritrova con in mano delle videocassette VHS che a malapena riesce a vedere.
Ma niente è perso, se si ha avuto la lungimiranza di conservare le originali bobine 8 mm e super 8.
Digitalizzare: perché conviene farlo oggi
Per fortuna le pellicole deperiscono molto meno dei nastri. Ne è un esempio il filmato qui sotto che ho restaurato dopo aver acquisito con il mio scanner professionale (leggi come funziona). E’ stato girato nel 1970 a Cattolica e ritrae la tipica vacanza estiva al mare di quegli anni.
La qualità ottica degli odierni apparecchi professionali per la digitalizzazione dei film non è superabile dalla prossima tecnologia che verrà inventata, perché la loro risoluzione è superiore rispetto a quella del supporto originario. Quindi, digitalizzare oggi, a differenza di quanto accadeva negli anni ’90, non dà nessuno svantaggio rispetto a farlo in futuro.
Certamente la qualità dei programmi di restauro aumenterà ancora, permettendo un domani di migliorare anche i filmati che i laboratori seri oggi forniscono ai loro clienti, ma l’acquisizione, ovvero quel procedimento che fotografa tutti i fotogrammi che compongono la pellicola, è già giunta ad un livello di qualità non superabile.
Ecco perché conviene tirare fuori dalle cantine i propri ricordi di famiglia, digitalizzarli e magari condividerli con un clic con chi li apprezza.
Daniele Carrer
Chiunque sia interessato a digitalizzare i suoi film 8 mm e super 8 con il mio telecinema, muti o sonori, può contattarmi usando il modulo qui sotto: