Quelle che noi percepiamo come immagini in movimento in realtà non sono altro che un susseguirsi di fotografie statiche che sfrutta un difetto della retina umana che, a differenza di quella di altri animali, non è sufficientemente veloce per riuscire a capire l’inganno.
Proprio per questo motivo è estremamente semplice ricavare delle fotografie dai video.
I film 8 mm o super 8 spesso ritraggono persone di cui non esiste altra testimonianza in quelle situazioni. Ecco perché al mio laboratorio spesso arrivano richieste di consegnare, oltre al video con la digitalizzazione della pellicola, anche singoli fotogrammi di questa o, addirittura, l’intera sequenza di immagini che la compone.
Farlo non è per niente difficile se, come per ogni cosa, si sa dove mettere le mani.
Il numero di fotogrammi al secondo
Prima di spiegare la procedura per estrarre una foto da un film 8 mm o super 8, mi permetto di dare delle spiegazioni tecniche che aiutano a capire i meccanismi alla base del lavoro.
Come accennato, nel televisore, ma anche:
- nel monitor del computer
- nello smartphone
- nel tablet
- al cinema
noi guardiamo un susseguirsi di foto che, a causa dei limiti alla nostra vista, scambiamo per immagini in movimento del tutto simili a quelle che ci sono nel mondo reale.
Un filmato, oggi, è girato generalmente a
- 24
- 25
- o 29,97
fotogrammi al secondo (fps).
Nel mondo esistono diversi sistemi di visualizzazione dei video. I più diffusi sono due e derivano dalla televisione. Sono poi stati adottati dagli altri media, a partire da internet:
- PAL (usato in gran parte dell’Europa) – 25 fotogrammi al secondo
- NTSC (usato in Nord America) – 29,97 fotogrammi al secondo
I 24 fotogrammi al secondo nascono invece con il Cinema, che nella precedente epoca tecnologica era un mondo a parte. Fino ai primi anni di questo secolo infatti i cinema, intesi come teatri, non trasmettevano le immagini elettronicamente come la televisione, ma proiettavano le pellicole sullo schermo bianco retro-illuminando la celluloide, con un sistema che è rimasto invariato per più di 100 anni, da quando alla fine dell’Ottocento i Fratelli Lumière l’hanno inventato.
Da film 8 mm a foto da guardare o stampare
Ed ora vengo a quello che fa il mio laboratorio.

I film 8 mm e super 8 sono un supporto fantastico. Tutt’oggi mi capita di digitalizzarli e restaurarli per ottenere un video che se non fosse per capigliature, abbigliamento e FIAT 127 parcheggiate ai lati della strada sembrerebbe girato 15 minuti prima. Se facessi lo stesso con la tecnologia che li ha sostituiti, vale a dire i nastri VHS e Video8, sarebbe già una fortuna se si vedesse ancora qualcosa. Nella migliore delle ipotesi il livello di qualità sarebbe quello di Paperissima ai tempi di Marco Columbro e Lorella Cuccarini.
La controindicazione dei film 8 mm e super 8, ovvero delle pellicole amatoriali che si sono usate dagli anni ’30 agli anni ’80 del ‘900, rispetto alle fotografie della stessa epoca è che la misura del fotogramma è minore rispetto a quella della fotografia statica: 8 mm appunto, contro 36. Quindi anche la definizione finale della foto da guardare o stampare è più bassa. Ciò non significa però che la qualità in partenza non sia comunque buona. Quindi se il lavoro viene fatto:
- con attrezzature professionali
- da un operatore esperto
il prodotto finale (la fotografia estrapolata) non lascia deluso nessuno, specie se si considera che di quella persona in quella situazione probabilmente non esiste altra traccia, quindi si può sopportare la risoluzione inferiore.
La procedura per estrapolare una foto da una pellicola 8 mm
Il telecinema, ovvero quella procedura che oggi trasforma una pellicola analogica in un file digitale e che fino a 15 anni fa la trasformava in una videocassetta o in un DVD, può essere fatto in tanti modi.
C’è chi, con attrezzatura di fortuna, riprende l’immagine trasmessa da un vecchio proiettore, con buona pace della qualità e con grossi rischi per l’incolumità stessa della pellicola, che una volta dentro un apparecchio obsoleto e fuori produzione da più di quarant’anni può essere facilmente macinata dagli ingranaggi.
C’è invece chi come me ha messo in piedi un laboratorio professionale:
- investendo in attrezzature
- studiano le tecniche di restauro
Estrapolare un fotogramma da una pellicola acquisita con tecniche pseudo-artigianali è improponibile perché si ottiene un’immagine:
- sfuocata
- con i colori falsati
- piena di imperfezioni (puntini, graffi, strisci…).
Io lavoro diversamente.
La digitalizzazione della pellicola
I filmati nel mio studio vengono acquisiti frame by frame (fotogramma per fotogramma) con uno scanner collegato a un computer. Nello specifico il modello dello scanner è il Filmfabriek HDS + che costa diverse decine di migliaia di euro, come spiego nel dettaglio in questa pagina.
Con lo stesso computer, una volta terminata l’acquisizione, grazie a un software che si chiama FF Transcode, decido come esportare i fotogrammi acquisiti, scegliendo:
- formato (.mov, .avi o altri formati video meno utilizzati)
- numero di fotogrammi al secondo
Il blending e l’interpolazione
Attenzione ad un aspetto tecnico che non bisogna assolutamente sottovalutare. Come dicevo prima, i film 8 mm e super 8 venivano girati a un numero di fotogrammi al secondo diverso dal numero di fotogrammi al secondo che si usano oggi. Bisogna quindi adattare questa differenza.
Se non si vogliono vedere immagini velocizzate come in un film di Charlie Chaplin, si usano due sistemi che si chiamano:
- blending
- interpolazione
Il più usato è il blending perché, pur essendo meno preciso dell’interpolazione, non crea gli artefatti che crea quest’ultima in limitate parti del girato. Lo si vede bene in questo filmato degli anni ’60 che ho digitalizzato per un cliente che mi ha autorizzato a diffonderlo:
L’immagine di sinistra è calcolata dal computer con l’interpolazione perché bisogna creare 25 fotogrammi al secondo nonostante la pellicola ne abbia immortalati 16 o 18.
Per capire meglio il meccanismo, basta guardare il fotogramma di anteprima, e in particolar modo la posizione della racchetta, sia nella finestra di sinistra che in quella di destra.
A destra il blending ha generato una dissolvenza tra due fotogrammi adiacenti, quindi si vedono due racchette sfumate.
A sinistra invece il computer ha calcolato la posizione della racchetta mettendola a metà della traiettoria che parte dal fotogramma precedente e termina in quello successivo. L’immagine è incredibilmente realistica: non ci sono sfocature e fastidiose dissolvenze della racchetta, ma anche del tennista e del pubblico sullo sfondo. In realtà quel fotogramma è interamente generato al computer e la scena in quell’attimo non è mai esistita, per quanto la sua creazione riproduca oggettivamente quello che è successo in quell’attimo.
Fin qui il metodo dell’interpolazione è straordinario e, abituati con la tecnologia di qualche anno fa, sembra fantascienza. Ci sono però dei difetti. In alcune parti del girato il software va in crisi e rovina il video in maniera inaccettabile. Ecco perché normalmente si usa il blending per digitalizzare film 8 mm e super 8: è meno fluido, ma non ci sono spezzoni da buttare.
Tornando al mio lavoro, dopo aver acquisito la pellicola con lo scanner, in attesa del restauro che avverrà in seguito, esporto un filmato a 25 fotogrammi al secondo senza che si producano gli “accavallamenti di fotogrammi” che si vedono nel quadro di destra del video sopra, perché, a costo di velocizzare quello che si vede, in questa fase un fotogramma di girato equivale a un fotogramma esportato.
So di fare discorsi molto tecnici. Mi permetto di dare queste spiegazioni solo perché sono anni che studio i meccanismi migliori per ottenere il massimo dalle pellicole 8 mm e super 8, ma non serve imparare tutto se ci si vuole limitare a estrarre una foto (o una sequenza di foto) da una pellicola amatoriale. Basta affidarsi a un tecnico all’altezza della situazione.
Fino a poco tempo fa il software che usavo per esportare, FF Transcode, consentiva di creare una sequenza di fotogrammi nel formato:
- jpg
- tiff
- png
Dalle ultime versioni i suoi creatori hanno eliminato quell’opzione, per diversi motivi.
Il primo è che si creavano degli artefatti, ma questo era un problema generato dallo specifico software, perché la conversione in sequenze di immagini di un video non ha sempre quella controindicazione.
Il secondo motivo, come evidente nella foto qui sopra, è che gli scanner professionali non acquisiscono solo quella parte di pellicola con il fotogramma, ma possono allargare l’inquadratura comprendendo anche il foro e la porzione inferiore e superiore dei fotogrammi precedente e successivo.
In altre parole:
stampare la foto, in quel caso, richiede un ulteriore intervento dell’operatore che dovrà ritagliare il fotogramma. E per molti questo è un ostacolo.
Ho detto che “gli scanner professionali” acquisiscono una larga porzione della pellicola. Quelli amatoriali invece, che si trovano in vendita anche a meno di 1000 euro, acquisiscono solo il fotogramma. Lo fanno zoomando su quest’ultimo e tagliandone i bordi in maniera pesante, di conseguenza nel fotogramma qui sopra la ragazza verrebbe completamente tagliata.
Il motivo per cui si acquisisce una porzione così ampia di pellicola è che in tal modo:
- si rende più efficace la successiva fase di stabilizzazione della ripresa
- si può migliorare la centratura dell’immagine nel video finale.
Il terzo motivo per il quale FF transcode non consente più di esportare sequenze di immagini è che l’acquisizione fatta da uno scanner, per quanto molto professionale come il mio, può essere migliorata ulteriormente con un successivo restauro via software. Quindi esportare nella fase precedente al restauro non genera della immagini buone quante quelle che si possono ottenere in seguito.
Il modo migliore per esportare i fotogrammi di un film 8 mm
Fatto ciò, il video viene importato in un software di restauro. Io uso Davinci Studio con il plug in Neat Video.
Con questo, tra le diverse cose, si procede a:
- stabilizzare le immagini
- bilanciare i colori
- portare luminosità e contrasto a valori corretti
- togliere le imperfezioni del tempo come graffi e puntini neri
Solo dopo aver fatto tutto questo si può esportare il singolo fotogramma che interessa, ottenendo una foto da salvare digitalmente e poi, eventualmente, stampare.
Questa operazione va fatta prima di regolare il numero di fotogrammi al secondo con il blending o con l’interpolazione, perché se fosse fatta dopo potrebbe produrre un’immagine sfuocata o con degli artefatti.
Esportare il singolo fotogramma
Ogni software ha la sua procedura di esportazione del singolo fotogramma. Tutti i programmi di montaggio lo fanno. All’interno di Davinci Resolve, che è gratuito, o della sua versione a pagamento, Davinci Studio, bisogna andare nella sezione Edit, cliccando l’icona sotto la timeline:
Lì si deve scorrere il filmato e individuare il fotogramma che interessa:
Poi bisogna andare nella sezione Color:
e, cliccando nella finestra monitor con il tasto destro, selezionare Grab Still:
A quel punto il fotogramma che abbiamo scelto appare nella finestra in alto a sinistra. Cliccandoci sopra, sempre con il tasto destro, basta selezionare Export:
e nella finestra che appare, dopo aver scelto il formato (jpg, png, tiff, bmp, dpx), si può esportare la foto nella posizione che si vuole.
Esportare sequenze di fotogrammi
Come ho spiegato precedentemente, si può creare una foto da ognuno dei fotogrammi che compongono il filmato, ovvero:
- 16 al secondo nel caso dei film 8 mm
- 18 al secondo nel caso dei film super 8
Farlo è una questione di software, nel senso che tutto quello che serve c’è già nel filmato. Bisogna solo capire se i creatori del programma specifico hanno reso disponibile quell’opzione.
Davinci Resolve e Davinci Studio, per esempio, non lo fanno. Altri software di montaggio, altrettanto celebri, sì. A titolo di esempio ne cito alcuni tra i più diffusi che si possono usare per trasformare un video in migliaia di foto:
- Final Cut Pro
- Adobe Premiere (come anche altri software della Creative suite Adobe che non sono propriamente software di montaggio video, vale a dire Adobe After Effects e Adobe Photoshop).
- Pinnacle Studio
- Sony Vegas
- Edius
In linea di massima sono più i software di montaggio che lo fanno che quelli che non lo fanno.
L’operazione è semplice. Ho citato diversi programmi, quindi non posso fare un tutorial per ognuno di questi. Per altro, pur conoscendoli, non li ho nel computer, visto che Davinci Studio per montare e restaurare va benissimo e usarne un altro mi creerebbe solo confusione.
Di solito, quando si devono scegliere le opzioni per esportare, anziché selezionare video nel formato x, si seleziona Image Sequence (vale a dire: sequenza di immagini), dando l’opzione jpg, png o tiff, ovvero i 3 formati più diffusi per le immagini statiche.
Daniele Carrer
Chiunque sia interessato ad effettuare il riversamento de i suoi film 8 mm e super 8 con il mio telecinema può contattarmi usando il modulo qui sotto: